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ANSIA DA PRESTAZIONE

5 consigli. da non seguire quando proviamo ansia da prestazione

Ognuno di noi nella vita deve affrontare delle prove: un colloquio di lavoro, una prestazione sportiva, una discussione di laurea, un incontro amoroso o anche semplicemente abbandonare la propria zona di comfort per una zona che molto confortevole non è.

E all’avvicinarsi del giorno della prova in molti di noi aumenta l‘ansia da prestazione: ci domandiamo farò una figuraccia? Sbaglierò, mi bloccherò? E geralmente per placare l’ansia ci rivolgiamo ad amici intimi, partner o parenti. Non sempre però i consigli che riceviamo si rivelano utili come speriamo, anzi, spesso sono inuti pernon dire dannosi.

A questo proposito ho isolato 5 consigli inutili che ci vengono dati per affrontare le situazioni ansiogene.

1. “Non preoccuparti!” Il problema di questo consiglio è che la preoccupazione non cade nella sfera di controllo della persona (se potessi non preoccuparmi stai sicuro che lo non mi preoccuperei!). Cade invece fuori dalla sfera di controllo, la persona in preda all’ansia subisce la preoccupazione. Per questo dire “Non preoccuparti!” risulta inutile.

2. “Ce l’hanno fatta tutti ce la farai anche tu!”Qui si sta facendo appello alla razionalità. Ma attenzione perchè una delle peculiarità dell’ansia da prestazione è proprio quella di demolire i pensieri razionali: anche le statistiche più convinte saranno spazzate via, rendendo così inutile il consiglio.

3. “Sono sicuro che una persona come te ce la farà alla grande!” Se per certe persone può risultare di conforto, per atre può essere dannoso in quanto all’ansia da prestazione già presente si va a sommare la paura di deludere le aspettative della persona che ha dato il consiglio.

4. “Fossero questi i problemi della vita!” Senza se e senza ma questo consiglio è dannoso. Si tendono a sminuire e ridicolizzare i problemi della persona ansiosa, che invece li sente molto urgenti e pressanti. Non si sentirà capita e anzi potrebbe sentirsi in colpa per avere dei problemi che non sono ppoi così importanti.

5. “Ti fai troppe paranoie!” Questo consiglio oltre a essere inutile e fastidioso va anche a girare il coltello nella piaga. Anche qui si fa confusione tra ciò che la persona può controllare e ciò che invece non può controllare. Una constatazione più che un consiglio che la farà sentire inadeguata e ancor più bisognosa di aiuto.

 

Ma allora tu di mi dirai: come faccio a consigliare una persona che mi chiede aiuto per una situazione che la sta mettendo in ansia? Beh prima lasciatemi fare una piccola premessa: non provate a mettere in atto tecniche psicologiche sleggiucchiate qua e là, perchè per lavorare in questo modo ci vuole studi, tecnica ed esperienza.

Ma tu, come persona amica o comunque vicina, puoi fare molto: dare appoggio alla persona in preda all’ansia tramite un ascolto attivo, accogliente e non giudicante può essere già un primo passo terapeutico.

Forse potrà sembrarti poco ma ti assicuro che non lo è. In un mondo in cui è sempre più difficile farci ascoltare, trovare persone che ci ascoltano può fare la differenza.

 

 

 

 

Chi sono

Mattia Marchetti psicologia e storytelling

Questo blog è un luogo dove puoi trovare contenuti sulla psicologia e lo storytelling, oltre ad articoli e interviste che raccontano Ferrara